È un tema che mi sta a cuore, da sempre. La violenza sulle donne è un dramma, non lo saprei definire con altre parole. Perché è un po’ come una guerra: vince chi è più forte, chi può far male, fisicamente e psicologicamente. Chi non ha bisogno di essere difeso è in vantaggio, e lo sa. Per questo dietro a tanta serena apparenza si nascondono vicende che fanno male al cuore, allo stomaco. Sopratutto quando quella violenza avviene dentro il posto che più di tutti dovrebbe far sentire al sicuro, ovvero la propria casa. Penso a quelle donne che subiscono in silenzio torture fisiche ed emotive da parte dei propri compagni, mariti, fidanzati. Penso alle bambine abusate dai padri, dagli zii, dai nonni. Penso a quelle bambine che in tutto il mondo non saranno mai padrone della propria esistenza, perché le persone che hanno dato loro la vita le svendono, spesso anche ai propri parenti, e le costringono al matrimonio.
Ecco. Adesso pensiamoci. Non è tutto così distante. Non sono solo l’India o l’Africa gli scenari di queste usanze. Ogni anno in Italia, circa 2mila bambine, generalmente immigrate di seconda generazione, vengono costrette a sposare uomini che hanno 5, anche 6 volte la loro età. Stiamo parlando di possibili compagne di scuola delle mie bambine. È spaventoso.
Pensate che ogni giorno, nel mondo, ci sono circa 37mila nuove spose bambine. Ecco allora che il fenomeno assume dimensioni enormi. Si parla di quasi 70 milioni di vittime. Esatto, parliamo proprio di vittime, esseri umani che incontreranno comunque la morte. In Yemen una piccola di 8 anni è morta per un’emorragia dopo la prima notte di nozze. Aveva dovuto sposare un 40enne. La famiglia l’aveva venduta per 2mila euro. I decessi avvengono per questo, oppure durante il parto, oppure per ribellione. Perché se provano a scappare queste ragazze vengono uccise. I padri le uccidono.
Tanto si può fare per fermare questo fenomeno, ma l'”arma” più grande a disposizione che abbiamo è l’educazione. Questo vale anche per la violenza domestica, per lo stalking. Tutte anticamere del femminicidio.
Educhiamo i nostri bambini ad aver rispetto dell’altro, a considerare tutti come esseri umani di pari diritto. Lo so, è una frase fatta, ma i bambini di oggi saranno domani adulti. Se li educhiamo alla non violenza, alla non prepotenza, alla non arroganza, forse col tempo le cose miglioreranno. Una “femmina” non è inferiore. Non deve essere costretta a subire. Deve poter vivere pienamente il diritto all’autodeterminazione.
Concordo.