Quella appena conclusasi è stata, per mia fortuna, una settimana dedicata alla formazione. Sia per quello che riguarda la professione di giornalista che per ciò che riguarda la mia altra grande passione: il marketing online. Dico fortuna perché questi appuntamenti sono sempre e comunque una fonte di ispirazione e di confronto con professionisti che hanno esperienze simili e al tempo stesso diverse dalle tue. E quindi ti arricchiscono. Inoltre credo che le due sfere, quella del giornalismo e quella della comunicazione e promozione online, ormai debbano camminare necessariamente di pari passo. L’ho sempre creduto e dopo questa settimana di incontri ne sono ancora più convinta.
Un illuminante Gianni Riotta
Parto dall’ultimo dei corsi seguiti, quello organizzato dall’Ordine dei Giornalisti della Toscana, con un illuminante Gianni Riotta, che, in modo molto diretto e chiaro ci ha portato ad una riflessione su quale sarà il futuro della stampa cartacea e della nostra professione. Per quanto ancora esisteranno i quotidiani di carta? Ma non solo, come dobbiamo ripensare alla nostra professione nell’era dell’editoria online? Non sono quesiti nuovi, per carità, ma il capire definitivamente, grazie agli spunti offerti da Riotta, che considero grande professionista non solo del giornalismo ma anche della comunicazione tutta, che la tecnologia non è la rivoluzione ma che questa risponde ad un’esigenza, ci porta a una conclusione. O forse sarebbe meglio dire punto di partenza. Dobbiamo capire che non possiamo più lavorare come facevamo, parlo per la mia generazione, 10-12 anni fa.
Creare contenuti per il web non è facile
Scrivere online non è cosa da poco. È vero che abbiamo teoricamente spazi illimitati, ma questo non vuol dire che non ci siano limiti. Ce ne sono, ce ne sono. Quello che voglio dire è che ci sono delle regole, ma non solo regole di scrittura. Dobbiamo avere la vocazione della qualità, nella selezione, nella redazione, nella verifica degli argomenti e delle fonti. Ma – e qui mi lego alla sfera della comunicazione online – dobbiamo pensare alla qualità del contenuto anche a livello tecnico. Se è vero che la tecnologia risponde ad una richiesta di cambiamento, non è difficile pensare che sarà nuovamente la tecnologia a definire le regole per la sopravvivenza online.
Quanti giornali esistono online? Non si contano. Ma quanti hanno buone prospettive di sopravvivenza? Quasi impossibile dirlo. Ma sono convinta che una cosa la possiamo fare: imparare a conoscere questo strumento.
Nuove figure professionali
Sapere, ad esempio, quali sono le cose che Google non gradisce ai fini di indicizzazione e posizionamento, è una cosa essenziale, quasi quanto la conoscenza della grammatica italiana. Sapere come relazionarsi con i tecnici è altra cosa fondamentale. Sapere quando questi ultimi ci dicono il falso quando affermano che una cosa “non si può fare”, è altrettanto necessario. Non basta cliccare “pubblica” per essere online. Esserci davvero è una cosa diversa ed è quello che anche io a mia volta cerco di far capire ai miei allievi. Per questo continuo a formarmi. Perché non penso che si possa mai dire di essere arrivati o di avere tutte le competenze. Ma soprattutto servono queste figure. E non intendo con questo dire che dobbiamo diventare tutti “informatici della domenica”. No, questo no. Gli informatici/programmatori ricoprono una professionalità “unica e inimitabile”. Ma dobbiamo essere in grado di saper interagire con loro, per noi stessi, per sfruttare tutte le possibilità che Internet ci offre. Allo stesso tempo il Web ci offre strumenti di monitoraggio che ci permettono di conoscere i nostri target, il modo in cui ci cercano, i contenuti per cui ci cercano. Non dobbiamo vedere tutto questo come una scocciatura, ma come una grande opportunità di crescita professionale.